Città  De.Co in tour

dal 14 al 16 maggio 2010
Molinella (BO)
MAPPA E INFORMAZIONI
Città  De.Co in tour

Il Borsino del Turismo DE.CO è l’evento nazionale di riferimento per tutti Comuni a Denominazione Comunale. Si tratta di una Mostra-Mercato di quei prodotti agroalimentari ed artigiani che rappresentano l’eccellenza assoluta della produzione italiana. E’ una vetrina per il turismo di nuova generazione, dove il prodotto locale diventa volano del territorio. Un territorio da conoscere, fatto di giacimenti gastronomici e di scorci suggestivi. Contestualmente alla Mostra DE.CO verranno effettuate degustazioni guidate per massimo 25 persone sui prodotti esposti.
In occasione dell’evento si svolgerà Il Maglio fiorito e le Contesse di Maggio, domenica 16 MAGGIO da mattina a sera.
Prodotti De.Co.
Il Comune di Molinella si è dotato del registro e del marchio De.Co. (denominazione comunale di origine) cioè di una “certificazione” di tipicità per alcuni prodotti agroalimentari che non rientrano, per motivi diversi, in altre forme di tutela. Il marchio De.Co. è una modalità per legare un prodotto alla sua terra, al suo Comune, al luogo dove esso si produce da sempre.
I prodotti iscritti nel registro De.Co. sono:
La Torta di tagliatelline 
Dolce nato agli inizi del 1800, a base di gustosa sfoglia all’uovo farcita alternando tagliatelline fini a mandorle e zucchero. Non esistono documenti scritti a cui fare riferimento, infatti la storia di questo “dolce povero” è arrivata fino a noi raccontata attraverso il passa parola degli anziani.
La torta di tagliatelline veniva prodotta con ingredienti già utilizzati per confezionare altri alimenti e conservati nelle dispense delle famiglie contadine molinellesi. La farina usata per fare la sfoglia era quella comunemente utilizzata per impastare il pane; le uova provenivano direttamente dalle galline che vivevano libere nei cortili e nelle aie; lo zucchero derivato dalla lavorazione della barbabietola, coltura agricola assai diffusa fino ai giorni nostri, veniva acquistato a prezzi modici direttamente dallo zuccherificio locale; il burro, elemento necessario per tenere uniti tutti gli ingredienti, era ottenuto attraverso la classica “panna superficiale” lavorata, derivante dalla scrematura del latte che veniva bollito la sera prima e poi lasciato riposare per tutta la notte.
Anche le mandorle erano per così dire “casalinghe”, in quanto ricavate dei noccioli delle albicocche, che veniva essiccati durante il periodo estivo e successivamente privati dell’involucro esterno.
I liquori, unici ingredienti acquistati “all’esterno”, generalmente da offrire a parenti ed amici in particolari circostanze, erano presenti in tutte le case sotto forma di due essenze: quella dolce, cosiddetta Mandorla Amara gradita alle donne e quella più forte, l’Anice, molto apprezzata dagli uomini.
 
Il Panone di Molinella
Il “Panone” di Molinella è un prodotto da forno, ha una forma rettangolare e può essere tagliato e confezionato in varie dimensioni. La crosta superiore si presenta con il caratteristico aspetto scuro del cacao e le protuberanze dell’uva sultanina. Al taglio appaiono i caratteristici pezzi di cioccolato al latte distribuiti all’interno del dolce.Il “Panone” di Molinella è un dolce tipico natalizio della tradizione molinellese.
La tipicità del “Panone” di Molinella sta nel fatto che gli ingredienti utilizzati si possono definire “semplici e poveri” in quanto sono presenti nelle dispense di tutte le famiglie molinellesi, anche in quelle meno abbienti (dal Disciplinare di produzione del Commissione Comunale per l’iscrizione nel Registro “De.C.O. Denominazione Comunale di Origine” di Molinella).
La Salsiccia apassita della pertica di mora romagnola di Molinella.
Dalla tradizione rurale e gastronomica dell’Emilia Romagna è nata la tipica salsiccia passita. Fin da quando il maiale veniva allevato come “salvadanaio” familiare, in ogni casa era presente la caratteristica e preziosa riserva di salumi appesi in cucina.
La salsiccia passita era il primo salume stagionato che veniva consumato subito dopo le carni fresche; le spezie e il sale proteggevano la carne dall’ambiente particolarmente umido della Pianura Emiliano-Romagnola. 
Secondo l’antica tradizione, la salsiccia veniva prodotta insaccando le carni del maiale nel budello più sottile dell’animale, seguiva poi la stagionatura nelle cucine.
Da alcuni anni si utilizzano per produrre la salsiccia passita non più i comuni suini, selezionati in ambito industriale, ma esemplari della razza tipica della Mora Romagnola. Per conservare il più possibile le caratteristiche che rendono la Mora Romagnola la razza d’una volta, i suini vengono allevati all’aperto, nutriti con mangimi totalmente vegetali, studiati per ottenere carni saporite e adatte al consumo di prodotti sia freschi sia stagionati, nel solco del recupero delle tradizioni gastronomiche.
La particolarità della sua carne, rende la Mora Romagnola, come tutte le razze locali, unica nel suo genere: nell’animale adulto la quantità di grassi insaturi (quelli buoni, per intenderci) è superiore a quella che si ha in un comune suino. Per questo motivo l’animale viene macellato sempre dopo i 16 mesi, in modo tale da conferire alla carne le caratteristiche che la contraddistinguono.
La lavorazione che porta alla tipica salsiccia passita inizia dalla selezione delle carni più magre del suino, spalla, pancetta. A queste si aggiungono il sale, il pepe, l’aglio spremuto ed il vino. Per dare un carattere tipico alla salsiccia si aggiungono il Cabernet dei Colli Bolognesi, il Trebbiano, il Sangiovese, il Pignoletto, il Lambrusco. L’impasto così ottenuto deve essere ben amalgamato, per esaltare ogni caratteristica di questo prodotto; poi successivamente insaccato in un budello naturale e, senza alcuna legatura, solo con una strozzatura centrale viene posto a cavallo di una pertica ad asciugare. La tipicità della stagionatura è data proprio dalla posizione “a cavallo” della pertica, caratteristica questa che dà anche il nome al salume Salsiccia apassita della pertica di mora romagnola.